Cosa può nascondersi dietro la “fame nervosa”? Di solito si tende ad osservare soltanto l’ultimo anello della catena e cioè che non si può fare a meno di aprire il frigorifero e mangiare dolciumi o altri cibi super appetitosi, anche se non si ha fame. E se si nascondesse l’insidia dell’ansia dietro al bisogno di piluccare di continuo? In questi casi il cibo preferito può diventare un mezzo per calmare uno stato interiore di disagio.

A tutti può capitare di avere bisogno del ”comfort food”, ma se questo bisogno è molto frequente occorre fermarsi e a ascoltare cosa sta succedendo dentro di sé e chiedersi se il cibo non stia diventando una scappatoia per spostare l’attenzione da qualcosa che preoccupa e agita dentro di se.

Il cibo come scappatoia

Spostare il focus sul cibo non risponde, quindi, soltanto al bisogno di concedersi un piacere ma non permette di osservare quello che veramente non va interiormente in quel momento. Cosa si cerca di non affrontare? Potrebbe trattarsi di una sottile forma di ansia che emerge in seguito a pensieri su una situazione che non si sa come gestire, un problema a cui si fa fatica a trovare delle soluzioni, un esame difficile da superare, un lavoro che fa sentire inadeguati o una relazione che arranca. Sono tante le situazioni che creano preoccupazioni e malessere che si vorrebbe non guardare. Quindi  l’appagamento momentaneo che il cibo regala, diventa una sospensione dai propri “pensieri ansiosi”. Dove potrebbe portare alla lunga questa abitudine? Ad un aumento di peso, all’insoddisfazione per la propria immagine per esempio ma si corre soprattutto il rischio che il vero problema non viene affrontato adeguatamente ma continua ad agire indisturbato nei sotterranei. Almeno finché non se se diventa consapevoli e non si decide di guardarlo e di prendersene cura.

Come aiutarsi?

Dato  che una situazione non cambia se non si sceglie attivamente di affrontarla con le strategie giuste, occorre prima osservare cosa non va in questo momento nella propria vita.  Cosa fare, dunque, quando cercare la cioccolata non dipende da una sana voglia di dolci, magari dovuta a una dieta troppo restrittiva ma da un bisogno di sfuggire a una realtà interiore che si fa fatica ad affrontare?

  1. Scrivere un diario

Cogliere le sfumature dell’ umore e i pensieri suscitati dalle situazioni che quotidianamente stressano di più consentirà di fare una fotografia di quello che preoccupa o genera ansia.

  1. Usare la fantasia e abbinare delle possibili soluzioni

Immaginare di essere un’altra persona  e scrivere le soluzioni che adotterebbe quella persona per risolvere quella particolare situazione.

  1. Rispondere alle seguenti domande:
  • Cosa mi impedisce di usare queste soluzioni?
  • Come mi sentirei se, usando queste soluzioni, risolvessi il problema?

Sono infinite le situazioni della vita quotidiana che generano ansia e preoccupazioni, molte delle quali non hanno nemmeno una facile soluzione. Quello che conta, però, è provare ad interrompere l’automatismo che porta a ricercare il piacere e l’appagamento del cibo, senza sapere nemmeno perché si sta male, anzi, a volte, nemmeno rendendosi veramente conto che qualcosa non va.

Pamela Serafini

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Dott.ssa Pamela Serafini

Psicologa e Psicoterapeuta

Se il tuo problema è l’ansia o un rapporto difficile con il cibo, posso fare qualcosa per te ma forse, vorrai prima sapere CHI SONO

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Cosa può nascondersi dietro la “fame nervosa”? Di solito si tende ad osservare soltanto l’ultimo anello della catena e cioè che non si può fare a meno di aprire il frigorifero e mangiare dolciumi o altri cibi super appetitosi, anche se non si ha fame. E se si nascondesse l’insidia dell’ansia dietro al bisogno di piluccare di continuo? In questi casi il cibo preferito può diventare un mezzo per calmare uno stato interiore di disagio.

A tutti può capitare di avere bisogno del ”comfort food”, ma se questo bisogno è molto frequente occorre fermarsi e a ascoltare cosa sta succedendo dentro di sé e chiedersi se il cibo non stia diventando una scappatoia per spostare l’attenzione da qualcosa che preoccupa e agita dentro di se.

Il cibo come scappatoia

Spostare il focus sul cibo non risponde, quindi, soltanto al bisogno di concedersi un piacere ma non permette di osservare quello che veramente non va interiormente in quel momento. Cosa si cerca di non affrontare? Potrebbe trattarsi di una sottile forma di ansia che emerge in seguito a pensieri su una situazione che non si sa come gestire, un problema a cui si fa fatica a trovare delle soluzioni, un esame difficile da superare, un lavoro che fa sentire inadeguati o una relazione che arranca. Sono tante le situazioni che creano preoccupazioni e malessere che si vorrebbe non guardare. Quindi  l’appagamento momentaneo che il cibo regala, diventa una sospensione dai propri “pensieri ansiosi”. Dove potrebbe portare alla lunga questa abitudine? Ad un aumento di peso, all’insoddisfazione per la propria immagine per esempio ma si corre soprattutto il rischio che il vero problema non viene affrontato adeguatamente ma continua ad agire indisturbato nei sotterranei. Almeno finché non se se diventa consapevoli e non si decide di guardarlo e di prendersene cura.

Come aiutarsi?

Dato  che una situazione non cambia se non si sceglie attivamente di affrontarla con le strategie giuste, occorre prima osservare cosa non va in questo momento nella propria vita.  Cosa fare, dunque, quando cercare la cioccolata non dipende da una sana voglia di dolci, magari dovuta a una dieta troppo restrittiva ma da un bisogno di sfuggire a una realtà interiore che si fa fatica ad affrontare?

  1. Scrivere un diario

Cogliere le sfumature dell’ umore e i pensieri suscitati dalle situazioni che quotidianamente stressano di più consentirà di fare una fotografia di quello che preoccupa o genera ansia.

  1. Usare la fantasia e abbinare delle possibili soluzioni

Immaginare di essere un’altra persona  e scrivere le soluzioni che adotterebbe quella persona per risolvere quella particolare situazione.

  1. Rispondere alle seguenti domande:
  • Cosa mi impedisce di usare queste soluzioni?
  • Come mi sentirei se, usando queste soluzioni, risolvessi il problema?

Sono infinite le situazioni della vita quotidiana che generano ansia e preoccupazioni, molte delle quali non hanno nemmeno una facile soluzione. Quello che conta, però, è provare ad interrompere l’automatismo che porta a ricercare il piacere e l’appagamento del cibo, senza sapere nemmeno perché si sta male, anzi, a volte, nemmeno rendendosi veramente conto che qualcosa non va.

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