Può capitare a tutti di provare un certo disagio quando si deve affrontare una situazione in cui parlare davanti ad un gruppo, soprattutto se non si ha confidenza con le persone o si deve palesare la propria opinione. Diversa è la situazione di chi vive il parlare in pubblico come una fonte di ansia che fa stare male, a volte anche con fastidi fisici quali mal di stomaco o sudorazione eccessiva.
Quasi si assapora, per così dire, il momento in cui si dovrà parlare davanti a tutti e si mostreranno le proprie “debolezze” come il viso che diventa paonazzo, una voce che trema o fa fatica ad uscire. Quanto si vorrebbe fuggire o essere trasparenti! Inoltre la paura di non dire la cosa giusta rende ancora più impacciati. Si ripete a se stessi che non si è in grado di parlare in modo efficace davanti agli altri, che la propria voce è sgradevole o troppo bassa o che quello che si dice non interessa a nessuno. Invece di incoraggiarsi si diventa i primi “sabotatori” di se stessi. Evitare le situazioni in cui si hanno i “riflettori” puntati addosso sembra l’unico modo per stare meglio.
Restare sullo sfondo per proteggersi
Ma proteggersi da cosa? Dalla paura del giudizio degli altri, dallo sguardo delle persone che si pensa sia sempre negativo nei propri confronti. Essere osservati genera disagio perché si ha la certezza di non essere adeguati alla situazione o al compito e ci si sente diversi. Ci si guarda con gli occhi degli altri e quasi si legge nel loro pensiero il giudizio negativo nei propri confronti. In questo modo invece di concentrarsi sui contenuti da dire si pensa a come si viene visti dagli altri, cosa possano pensare, che immagine di sé si rimanda. Evitare di esporsi e di stare al centro dell’attenzione indubbiamente dà sollievo. Ma può restare la sensazione di essere rimasti sullo sfondo rispetto agli altri e questo rende insoddisfatti di se stessi e frustrati, così ci si promette che la prossima volta ci si comporterà diversamente. Cosa fare per cambiare questa situazione?
3 step per “uscire dal guscio” ed emergere con successo
Primo step: fare un elenco (scritto) delle situazioni, da quelle meno temute a quelle più difficili
Riflettere sulla situazione che mette meno ansia e in cui ci si potrebbe esercitare subito. Questa sarà la prima della lista.
Elencate successivamente le occasioni più temute, in ultimo scrivere quella che proprio non si riesce a pensare di superare (ma che si vorrebbe tanto affrontare).
Secondo step: iniziare con la situazione meno temuta
Pensare a cosa significa superarla con successo (sentire la voce ferma, riuscire a dire quello che si vorrebbe ecc.).
Fare attenzione alla respirazione: se è troppo corta, fare dei respiri più profondi ma senza forzare la respirazione in modo eccessivo.
Concentrarsi su quello che si vuole dire ma non imparare un discorso a memoria.
Guardare le persone che si hanno intorno e individuare quella che ispira più fiducia e rassicura di più.
É arrivato il momento di “lanciarsi”, scegliere quell’attimo di silenzio durante la conversazione per inserirsi, senza sovrapporsi alla voce di qualcun altro. Cercare di scandire bene le parole e non parlare frettolosamente.
Spostare lentamente lo sguardo dalla persona che rassicura di più alle altre, ma continuando a guardare negli occhi le persone.
Terzo step: elaborare (in forma scritta) la situazione vissuta, rispondendo alle seguenti domande
Come mi sono sentito nella situazione mentre la stavo vivendo?
Cosa mi sono detto prima di parlare? E dopo?
Mi sento soddisfatto di come ho gestito la situazione? C’è qualcosa che non è andata come volevo? Cosa posso fare la prossima volta per aggiustare il tiro e avvicinarmi al successo?
Sarebbe utile affrontare quanto prima una situazione simile alla precedente alla luce delle riflessioni appena fatte, prima di passare alla seconda posizione della lista.
Non è semplice superare la paura di esporsi e parlare davanti agli altri ma iniziare questo semplice lavoro di auto-osservazione, unito all’azione quotidiana, aiuteranno a raggiungere dei successi che rinforzeranno la propria autostima.
Pamela Serafini
Può capitare a tutti di provare un certo disagio quando si deve affrontare una situazione in cui parlare davanti ad un gruppo, soprattutto se non si ha confidenza con le persone o si deve palesare la propria opinione. Diversa è la situazione di chi vive il parlare in pubblico come una fonte di ansia che fa stare male, a volte anche con fastidi fisici quali mal di stomaco o sudorazione eccessiva.
Quasi si assapora, per così dire, il momento in cui si dovrà parlare davanti a tutti e si mostreranno le proprie “debolezze” come il viso che diventa paonazzo, una voce che trema o fa fatica ad uscire. Quanto si vorrebbe fuggire o essere trasparenti! Inoltre la paura di non dire la cosa giusta rende ancora più impacciati. Si ripete a se stessi che non si è in grado di parlare in modo efficace davanti agli altri, che la propria voce è sgradevole o troppo bassa o che quello che si dice non interessa a nessuno. Invece di incoraggiarsi si diventa i primi “sabotatori” di se stessi. Evitare le situazioni in cui si hanno i “riflettori” puntati addosso sembra l’unico modo per stare meglio.
Restare sullo sfondo per proteggersi
Ma proteggersi da cosa? Dalla paura del giudizio degli altri, dallo sguardo delle persone che si pensa sia sempre negativo nei propri confronti. Essere osservati genera disagio perché si ha la certezza di non essere adeguati alla situazione o al compito e ci si sente diversi. Ci si guarda con gli occhi degli altri e quasi si legge nel loro pensiero il giudizio negativo nei propri confronti. In questo modo invece di concentrarsi sui contenuti da dire si pensa a come si viene visti dagli altri, cosa possano pensare, che immagine di sé si rimanda. Evitare di esporsi e di stare al centro dell’attenzione indubbiamente dà sollievo. Ma può restare la sensazione di essere rimasti sullo sfondo rispetto agli altri e questo rende insoddisfatti di se stessi e frustrati, così ci si promette che la prossima volta ci si comporterà diversamente. Cosa fare per cambiare questa situazione?
3 step per “uscire dal guscio” ed emergere con successo
Primo step: fare un elenco (scritto) delle situazioni, da quelle meno temute a quelle più difficili
Riflettere sulla situazione che mette meno ansia e in cui ci si potrebbe esercitare subito. Questa sarà la prima della lista.
Elencate successivamente le occasioni più temute, in ultimo scrivere quella che proprio non si riesce a pensare di superare (ma che si vorrebbe tanto affrontare).
Secondo step: iniziare con la situazione meno temuta
Pensare a cosa significa superarla con successo (sentire la voce ferma, riuscire a dire quello che si vorrebbe ecc.).
Fare attenzione alla respirazione: se è troppo corta, fare dei respiri più profondi ma senza forzare la respirazione in modo eccessivo.
Concentrarsi su quello che si vuole dire ma non imparare un discorso a memoria.
Guardare le persone che si hanno intorno e individuare quella che ispira più fiducia e rassicura di più.
É arrivato il momento di “lanciarsi”, scegliere quell’attimo di silenzio durante la conversazione per inserirsi, senza sovrapporsi alla voce di qualcun altro. Cercare di scandire bene le parole e non parlare frettolosamente.
Spostare lentamente lo sguardo dalla persona che rassicura di più alle altre, ma continuando a guardare negli occhi le persone.
Terzo step: elaborare (in forma scritta) la situazione vissuta, rispondendo alle seguenti domande
Come mi sono sentito nella situazione mentre la stavo vivendo?
Cosa mi sono detto prima di parlare? E dopo?
Mi sento soddisfatto di come ho gestito la situazione? C’è qualcosa che non è andata come volevo? Cosa posso fare la prossima volta per aggiustare il tiro e avvicinarmi al successo?
Sarebbe utile affrontare quanto prima una situazione simile alla precedente alla luce delle riflessioni appena fatte, prima di passare alla seconda posizione della lista.
Non è semplice superare la paura di esporsi e parlare davanti agli altri ma iniziare questo semplice lavoro di auto-osservazione, unito all’azione quotidiana, aiuteranno a raggiungere dei successi che rinforzeranno la propria autostima.
Pamela Serafini